Oggi 16 settembre è stata concordata la giornata mondiale per la preservazione dello strato di ozono. Gli scienziati sono infatti riusciti a scoprire la pericolosità dovuta ai raggi ultravioletti che oltrepassano il buco nello strato di ozono nell’atmosfera.

Cosa ha portato però lo strato a ridurre la sua efficacia? La risposta è semplice e conosciuta da tutti: l’inquinamento.

Gas e agenti chimici hanno apportato cambiamenti all’aria respirata e di conseguenza all’atmosfera stessa, la quale si è indebolita, creando così il cosiddetto “buco dell’ozono”.

Purtroppo, non è questa l’unica ripercussione: la crisi climatica di cui si parla da decenni ha origine proprio dagli effetti nocivi dei gas; innescando reazioni provenienti dal pianeta stesso.

Cos’è però la crisi climatica?

Innanzitutto, spieghiamo cos’è il clima. Il clima non è un singolo evento meteorologico, ma è dato dalla somma e dalla frequenza degli eventi meteorologici. L’aumento degli eventi meteorologici è estremo e frequente alternandosi da grandi alluvioni a grandi periodi di siccità seguiti da incendi e grandi picchi di calore. Tutto questo non lo definiamo cambiamento climatico, ma bensì crisi climatica. La temperatura del mondo è salita di 1.5 gradi celsius e non è poco; ad esempio, aggiungiamo 1.5 gradi celsius alla nostra temperatura corporea, la conseguenza è che avremo costantemente la febbre: lo stesso accade al pianeta.

Che cosa comporta la crisi climatica?

La crisi climatica non ha origine ora, stiamo raccogliendo i frutti di ciò è stato seminato dai nostri antenati. La domanda che sorge spontanea è: cosa succederebbe se non facessimo nulla e continuassimo con questo stile di vita malsano per sempre?

Avremmo:

  • Aumento delle temperature: il caldo rende difficile lavorare e incrementa la propagazione di piccoli incendi.
  • I temporali sempre più intensi e devastanti; accompagnati da trombe d’aria e uragani.
  • La siccità che favorisce la desertificazione e danneggia pascoli ed agricoltura.
  • La qualità dell’acqua è debilitata da batteri e agenti tossici; diminuendo la disponibilità di acqua dolce. Le piogge acide aumentano la salinità.
  • Il riscaldamento degli oceani con aumento del volume di questi ultimi e lo scioglimento dei ghiacciai; ciò danneggia l’ecosistema marino.
  • Estinzione delle specie che non riescono a adattarsi agli imprevisti mutamenti della Terra. Tra queste anche l’uomo che ora come ora soffre la povertà e lotta per la sopravvivenza migrando verso paesi meno vulnerabili.
  • Gli impatti del clima sulla salute dell’essere umano.

Da come si è potuto dedurre, la Terra si sta ribellando alle cattive azioni degli uomini. Nell’Artico, ad esempio, le temperature sono superiori alla media, un danno soprattutto per le specie animali del territorio. In Europa settentrionale invece si posa poca neve su strade e terreni, mentre ghiaccio più sottile e fragile copre laghi e fiumi. I paesi del mare del nord sono presi di mira da numerose inondazioni dovute all’innalzamento delle acque. L’Europa centrale e meridionale è minacciata da poche ma irruenti precipitazioni estive e temperature elevatissime che compromettono biodiversità e vegetazione. Le città in generale sono le più colpite dalle ondate di calore, più che altro a causa di smog e di strutture urbane che non permettono il passaggio d’aria. Le zone montane sono poco innevate a causa del calore sempre più considerevole; ciò comporta perdite delle specie, ma anche un danno per il settore turistico.

Ogni qualvolta che ne sentiamo parlare, tra social e mass media (tv, giornali), lo evitiamo e non lo classifichiamo come qualcosa che ci appartiene per davvero. Se crediamo che tutto questo ci sia indifferente ci sbagliamo di grosso, poiché noi ascoltiamo e guardiamo ciò che ci interessa, ma sappiamo bene che il nostro futuro già da sé, così torbido, non troverebbe un mare in bonaccia.

L’inquinamento è quindi causa dell’uomo, del suo eccesso uso di energia non rinnovabile per soli fini materiali (in questo caso si parla di sovrapproduzione).

Per disporre un paletto all’agire poco convenzionale degli uomini, viene stabilito (in maniera approssimativa) l’Earth Overshoot Day (giorno del sovraccarico della Terra): il giorno in cui si finisce con l’esaurire tutta l’energia rinnovabile presente sulla Terra; usufruendo di conseguenza di agenti inquinanti.

La data viene stabilita annualmente dall’associazione no profit “Global Footprint Network” per la sostenibilità.

Essa non fa altro che fornire il numero di giorni in cui la biocapacità terrestre riesce a compensare la richiesta ecologica dell’uomo; i rimanenti sono detti overshoot (in inglese,«andare oltre»). Il calcolo in questione è dato dal rapporto tra le risorse elargite annualmente della Terra e il bisogno delle fonti rinnovabili ricercato dall’uomo; il tutto moltiplicato per i giorni dell’intero anno.

Nel 2023 è stato fissata la data di scadenza per il 2 agosto.

Grazie ad un’indagine della “National Footprint Accounts” del 2017 è stata impostata una tabella riassuntiva dei precedenti overshoot day. Partendo dagli anni 1969 e 1970, nei quali non si ha avuto nessun giorno di sovraccarico; segue il 1921, l’anno d’inizio per l’Earth Overshoot Day.

Col passare del tempo, i giorni a disposizione per le risorse sono sempre meno; anche se si sono manifestate alcune eccezioni agli inizi degli anni 80’ (accresce la consapevolezza dell’inquinamento come realtà viva; ciò anche alla conseguente nascita dei primi movimenti ecologisti) e nel 2020 con la pandemia dovuta al COVID-19.

Tornando alle problematiche apportate dai cambiamenti del clima, si potrebbe fare il punto su un effetto che questi hanno sulla psiche umana: si parla di eco-ansia.

È un termine che si riferisce a una forma di ansia o preoccupazione associata alla crisi climatica e all’ambiente. È una reazione psicologica individuale o collettiva alla consapevolezza degli impatti negativi del cambiamento climatico sull’ambiente e sulla società. Questa ansia può manifestarsi in vari modi, tra cui:

  • Preoccupazioni personali: le persone possono sentirsi ansiose riguardo al futuro del Pianeta e delle generazioni future, preoccupate per la perdita della biodiversità, il cambiamento climatico, o l’innalzamento del livello del mare.
  • Senso di impotenza: l’eco-ansia può derivare dalla percezione che le azioni individuali non siano sufficienti per affrontare la crisi climatica o che le sfide ambientali siano troppo grandi da affrontare.
  • Angoscia per le notizie ambientali: Le notizie che riportano eventi climatici estremi, disastri naturali e danni all’ambiente possono alimentare l’ansia e la preoccupazione.

Bisogna agire ora…

La crisi climatica richiede soluzioni immediate e globali. Numerose organizzazioni, associazioni e individui stanno lavorando attivamente per affrontare questa sfida. Ecco alcune delle principali soluzioni e le entità coinvolte:

  1. Riduzione delle Emissioni di Gas Serra:
  • Accordo di Parigi: Un trattato internazionale firmato nel 2015 da numerosi paesi con l’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature globali a ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
  • Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG): L’ONU ha incluso l’azione per il clima tra i suoi SDG *(1), promuovendo l’adozione di fonti di energia rinnovabile e pratiche sostenibili.
  • Transizione verso l’energia rinnovabile: L’adozione di energie rinnovabili come il solare e l’eolico per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
  1. Conservazione dell’Ambiente:
  • World Wildlife Fund (WWF): Un’organizzazione internazionale che si impegna per la conservazione della biodiversità e la protezione degli habitat naturali.
  • Conservazione Internazionale (CI): Lavora per preservare le risorse naturali del pianeta, dalla foresta pluviale all’oceano, attraverso la conservazione basata sulla scienza.
  1. Azione Individuale e Comunitaria:
  • Extinction Rebellion: Un movimento di attivismo civile che promuove azioni dirette non violente per richiamare l’attenzione sulla crisi climatica.
  • Greenpeace: Un’organizzazione internazionale nota per le sue campagne di sensibilizzazione sul cambiamento climatico e la difesa dell’ambiente.
  1. Ricerca e Innovazione:
  • Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC): Fornisce informazioni scientifiche sul cambiamento climatico, aiutando a informare le politiche e le azioni.
  • Settore tecnologico: L’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale nella transizione verso un futuro sostenibile.
  1. Sostenere Politiche Climatiche:
  • Lobbying e attivismo politico: Molti gruppi e individui lavorano per influenzare i governi affinché adottino politiche più rigorose sul cambiamento climatico

*(1) SDG è l’acronimo di “Sustainable Development Goals,” che in italiano significa “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.” Gli SDG sono una serie di obiettivi globali adottati dalle Nazioni Unite nel settembre 2015 come parte dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Perché non la sentiamo così vicina?

Sapere di non essere fermi ci rende sollevati, ma sapere che qualcuno si muove anche senza di noi ci lascia in modalità comfort zone aspettando che tutto questo si risolva senza, però, sentire la necessità di cambiamento o di agire anche in una misura ridotta e rapida.

Esistono alcune spiegazioni comuni che emergono da ricerche e analisi sull’argomento per il quale non sentiamo cosi vicina questa problematica. Alcuni articoli cercati sono ‘not found’, ma un video che ha attirato la nostra attenzione, è un monologo di Fabio Deotto a TEDX, in cui egli spiega in maniera accurata perché non riusciamo a dare il giusto valore a questa questione.

Fabio Deotto è scrittore e giornalista. Dopo una laurea in Biotecnologie, abbandona quasi subito il percorso accademico per dedicarsi alla scrittura. Oggi scrive articoli di approfondimento concentrandosi principalmente sull’intersezione tra cultura scientifica e umanistica.

Vediamo solo ciò di cui andiamo in cerca. E andiamo in cerca solo di ciò che conosciamo.

Queste le parole che fanno da tappeto rosso al suo monologo. Perché la crisi climatica non è un nostro problema?

Ci sono 4 tipologie di stimolo che attivano il nostro sistema di allarme (acronimo PAIN): PERSONAL, ABRUPT, IMMORAL, NOW (Personale, improvvisa, immorale e attuale).

La crisi climatica è un problema complesso, stratificato, distribuito nello spazio e nel tempo non è riconducibile ad un singolo nemico e se non tocca nessun di questi tasti risulta come una paura non viscerale.

Limiti cognitivi rendono difficile renderci conto del problema. Essi sono:

  1. Bias ottimismo: qualcosa di brutto sta per succedere, ma accade prima a qualcun altro e poi a noi.
  2. Effetto spettatore: quando qualcosa di brutto sta per succedere controlliamo come si muovono le persone intorno a noi prima di entrare in allarme noi stessi.
  3. Bias status quo: il mondo in cui viviamo non può cambiare più di tanto e non vogliamo che cambi dato l’investimento economico ed emotivo.
  4. Errore costo effetto: tendiamo a pensare che il mondo non cambi più di tanto.

I limiti sono come dei paraocchi: con questi è difficile prendere atto della pericolosità della situazione.

L’essere umano è l’unico animale che viaggi nel tempo: con il passato per ricordare e col futuro per guardare avanti e prevedere gli avvenimenti originati dalle nostre azioni. Questa seconda cosa succede spesso, pensando al futuro usando gli strumenti del passato, si fa fatica a immaginare un futuro diverso dal nostro passato, e radicalmente diverso dal presente.

Il mondo si cambia ai tavoli internazionali e arginando i grandi inquinatori. Ma bisogna cambiarlo prima di tutto nelle nostre menti.

Sappiamo cos’è, sappiamo come poter cambiare, conosciamo il motivo per il quale non lo sentiamo nostro, le testate giornalistiche più famose come il New Yorker (americano) e tante tante altre ovunque noi giriamo sul web, hanno tutti i dettagli a riguardo, quindi, è ora di prendere consapevolezza di ciò che potrebbe accadere e investire ora, per un futuro migliore per i nostri figli e nipoti, su quella che sarà la loro dimora e non più la nostra, arginiamo il nostro egocentrismo con piccole azioni oggi, senza procrastinare avendo la certezza che qualcun altro lavori per noi.

NB: Sull’argomento crisi climatica ci sono persone che la pensano in maniera diversa, alcuni credono siano bufale la maggior parte delle notizie, alcuni video visionati spiegano come in qualche modo con questo problema riescano ad indurre paura innescando i sentimenti del lettore. Specialmente un video di Massimo Mazzucco, un grandissimo giornalista, che spiega in maniera dettagliata e precisa l’uguaglianza dei titoli in ogni nazione, titoli in cui c’è la minaccia e il pericolo più alto rispetto alle altre nazioni. Sembrerebbe ok se leggessimo solo uno di quei titoli, ma girando per i titoli di ogni mondo si nota che ogni testata sottolinea la gravità del pericolo per la propria nazione creando, non poco, qualche dubbio…

Con questo cerchiamo di dirvi: è bene informarsi su qualunque argomento, ma cercare di guardare oltre quello che vi viene detto è un arte che poche persone al giorno d’oggi hanno nel repertorio, la crisi climatica c’è, non possiamo negarlo.. ma lasciamo a voi la libera interpretazione senza obbligarvi a rispecchiarsi in tali argomentazioni.

 

GIADA VITALE E CARMINE DEL GENIO